saper VEDERE, non solo guardare

023compE’ un’esperienza comune, penso, quella di “vedere” per la prima volta ciò che per anni si è solo guardato, pur avendolo sotto gli occhi; dico questo a proposito del Natale: in 54 anni l’ho vissuto in molti modi, tra cui da padre.

Riflettevo, appunto, in questi giorni sulla nascita di Gesù e di colpo mi è venuto in mente qualcosa su questo Evento che non avevo mai, almeno io, vista prima e cioè la sua precarietà e mi spiego.

La nascita avviene (deve essere a Betlemme, per profezia) in un piccolo paese e in condizioni a dir poco disagiate, e sono proprio queste che mi hanno colpito: l’Evento, annunciato dalle Scritture, della nascita di Dio avviene in condizioni di vita precarie; cioè la Forza che con la sua intensità avrebbe cambiato il mondo è fatta nascere dalle condizioni di vita più labili, meno sicure, più esposte ai pericoli, agli eventi.

La nascita di Dio avviene, appunto, nelle condizioni di massima debolezza; suo Padre, è evidente, ha voluto così: in qualche modo ha affidato la nascita di suo Figlio ad un rischio, per così dire, e vedo in questo lo stesso rischio che Gesù accoglie quando ci mette, quasi quotidianamente, in condizioni di scegliere e siamo dunque in un momento di grande precarietà e debolezza.

Mi sembra che ci sia una sorte di necessità.

La Potenza che nasce, deve nascere per essere tale, dalla Debolezza.

Giovanni

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