LA NECESSITA’ DI UNA COERENZA

002COMP“….36Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. 37Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno…”

Parte del valore e dell’universalità delle Scritture risiede nel loro essere cangianti in funzione dei tempi, nel senso che problematiche in società diverse hanno un loro eco distinto; inoltre a volte penso che esse non possano interpretarsi di per sé ma debbano essere, per così dire, illuminate nel loro senso dalla vita reale.

L’ultimo periodo del passo sopra riportato è una sorta di paradigma, infatti letterariamente parlando dice poco e quel poco è di dubbio significato, però gli eventi e lo stato della nostra società nei tempi in cui viviamo conferisce alle sue scarne parole un significato che per me è molto pregnante.

Che la società di oggi possa generare delle perplessità è abbastanza ovvio; le ragioni sono tante e complesse ma per quel che ho osservato, esiste una sorta di causa unica per molti effetti diversi e questa è lo scollamento tra le parole e ciò che esse sottendono; detto in altri termini avendo perso il collegamento tra linguaggio ed essere non si utilizzano le parole come espressione di qualche significato ma come entità fini a se stesse e dunque si vive in un’indeterminata ipocrisia diffusa.

Siamo subissati, affogati, da parole, immagini, che realisticamente non possiamo seguire e capire, posto ci sia qualcosa da capire, fino in fondo; non sono date informazioni ma è costruito un fumo venefico per incapacità e per spregio della dignità del singolo.

E questo appartiene a tutti i livelli e a tutti gli ambienti, e le eccezioni sono veramente poche.

Si è persa l’abitudine, appunto, a usare il linguaggio per la sua funzione primaria che è quella di comunicare informazioni e significati partendo da premesse valide ed esigenze forti.

Dico questo perché in una certa misura sono abituato, ahimè, a confrontarmi con il linguaggio e il suo significato (in senso lato) e quel che trovo è che tra ciò che è detto e ciò che è fatto (idealmente dovrebbero quasi coincidere) non c’è alcun nesso e se questo c’è, esso è di contraddizione ma quel che è peggio è che spesso di questo conflitto non c’è consapevolezza alcuna.

E dunque le ultime parole del passo quale significato acquistano? L’esigenza di una maggiore sincerità e tranquillità con se stessi e di riflesso verso gli altri; l’importanza di ritrovare un dialogo, sempre con se stessi e con il prossimo, che abbia senso e che non si perda in vuoti suoni la cui unica funzione è di creare rumore; la necessità, pur entro una difficoltà grandissima, di cercare una coerenza.

Giovanni


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