Diceva loro…

Se uno ha orecchi per intendere, intenda

“….21Diceva loro: “Si porta forse la lampada per metterla sotto il moggio o sotto il letto? O piuttosto per metterla sul lucerniere? 22Non c’è nulla infatti di nascosto che non debba essere manifestato e nulla di segreto che non debba essere messo in luce. 23Se uno ha orecchi per intendere, intenda!”.

A volte le cose vanno in un certo modo senza che esista una ragione precisa per questo; per esempio non avevo mai letto il Vangelo di Marco pur avendo sfogliato diverse volte gli altri tre.

Quasi per caso dunque l’ho letto, direi più che altro che l’ho scorso, di recente e l’impressione che ne ho tratta, in termini proprio generali, è di una densità notevole nel senso che la figura di Cristo balza con una di forza misterica molto intensa.

Comunque sia, ho percepito il messaggio contenuto nel brano citato (da Marco, appunto) come una verità assoluta che porta a grande liberazione interiore.

Innanzi tutto il contesto: Gesù è da solo con gli Apostoli e impartisce loro degli insegnamenti in termini di frasi brevi, quasi secche, scarne e essenziali, incentrate sulla Parola e il suo effetto.

Cosa c’è in questo brano che mi ha colpito come una verità e qual è il suo legame con la Parola? Una parola, appunto: “nascosto”.

E’ questa la parola che nel contesto funge da chiave per capire il messaggio; infatti esso esorta a non avere paura nell’esprimere la verità di sé, nel tirare fuori, magari sforzandosi, magari con aiuto, quello che si percepisce interiormente come vero, come necessità: non si deve avere paura di essere se stessi e dunque impedirsi di esternare ciò che si tiene nascosto.

Ed è proprio contro questo umanissimo nemico, dovuto ad innumerevoli fattori e di cui siamo tutti preda, che Gesù ci esorta a combattere, perché è solo sconfiggendolo che si può essere veri; che si può illuminare se stessi e gli altri: la verità passa attraverso il coraggio di dire: sono così.

Ma non è facile; anzi forse è la lotta più difficile della vita anche perché si deve combattere non solo contro i pregiudizi esterni ma anche contro quelli più pericolosi, e cioè quelli interni.

Con l’esortazione finale “Se uno ha orecchi per intendere, intenda!” Gesù ci vuol far capire ancora una volta che pur nella differenza tra ciascuno di noi c’è una unità nel sua amore, per cui cose che a noi magari sembrano importanti nel suo cuore sono del tutto inessenziali e saper questo dona un immenso sollievo di liberazione dalle tante fittizie pesantezze che ci costruiamo.

Giovanni

Un Commento:

  1. “Se uno ha orecchi per intendere,intenda”…giusto , ma a volte ci è più facile fare orecchi di mercante e non sentire quando Gesù ci dice di prendere la nostra croce e seguirlo…qualche volta siamo anche ciechi nel riconoscerLo attraverso il nostro prossimo! Mi sembra che purtroppo ci accorgiamo di Dio e del nostro grande bisogno della Sua presenza, solo quando siamo nel bisogno…eppure è Lui la Roccia della nostra salvezza…l’Acqua che ci disseta…ma Lui aspetta che noi apriamo la porta del nostro cuore per lasciarci invadere dal Suo Amore!!!!!!

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