L’importanza del tempo

4.19compL’invecchiare porta con sé tante e ovvie conseguenze; l’essersi dovuti necessariamente misurare negli anni con una infinità di eventi e situazioni che sono iniziate, hanno mutato e sono finite può portare, almeno così è stato per me, ad una percezione sempre più acuta e pungente, direi proprio fisica, delle cose che faccio, delle persone con cui ho a che fare, di ogni situazione, perché ho in me l’aleatorietà e la finitezza del tempo: percepisco, per così dire, un fattore di rischio che rende preziosa, ancor di più, la vita vissuta.

Dato che questi pensieri non sono di ora, ma sono maturati e si sono strutturati fino ad avere in me una loro indipendenza di verità, ho cercato varie volte di leggere il Vangelo nel senso del tempo nella speranza, come altre volte è successo, di trovare lumi e, ammetto, consolazione.

Quello che è subito evidente è che Cristo non perde tempo: la Sua attività è continua ma non frenetica; ci sono momenti di relativa tranquillità e solitudine ma essi sono dedicati all’insegnamento, magari a pochi, e alla preghiera.

Un’infinita densità di vita.

Tuttavia non trovavo nulla che mi risuonasse di quel che cercavo ma poi mi è venuto in mente che esistono i silenzi e che questi hanno un valore che trascende la mera assenza di suono; da un punto di vista interiore essi sono una preparazione a qualcosa, un potenziale che potrà essere espresso: è tempo utilizzato per mettere delle basi spirituali, mentali, senza le quali nulla che abbia un minimo di senso e un valore di verità può esser fatto.

E del silenzio del tempo trascorso da Cristo prima della sua apparizione pubblica nulla è detto nei Vangeli, solo, mi sembra, un brevissimo accenno: un silenzio, un tempo, che pur non descritto è fondamentale perché tutto quel che è successo “dopo” è frutto e contiene quel lungo, silenzioso e misterioso Tempo “prima”.

E cosa mi ha detto questo?

Mi ha detto che la mia vita, quel che sono e che faccio dipendono da me fino ad un certo punto perché esiste Qualcosa di infinito e misterioso che opera in me, che mi guida, di cui devo fidarmi e a cui devo affidarmi: che devo avere fede.

Ma non solo.

Che è quasi un dovere avere rispetto per la vita, per tutte le sue manifestazioni e in particolare per il tempo che è la materia di cui essa è fatta, proprio perché contiene in sé un grande mistero.

Giovanni

I commenti sono chiusi