“[1] In principio Dio creò il cielo e la terra.
[2] Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.
[3] Dio disse: “Sia la luce!”. E la luce fu…”
Non credo di esagerare affermando che queste parole, tra le più “belle” e potenti mai scritte, sono un patrimonio del nostro essere e in quanto tali entrano nel cuore e riverberando assumono forme e densità diverse in tempi diversi in funzione di come ci si sente, di quello che sa ha dentro e che magari non si riesce ad esprimere: danno significato vero, sono rappresentazioni di vita vissuta.
Le ho citate perché in esse trovo espresso in modo esplicito, chiaro, quello che tante volte, e anche molto recentemente, mi continua ad accadere: quando sono avvolto dalle tenebre d’improvviso si apre uno squarcio e mi arriva un aiuto che, appunto, illumina ciò che prima era tetro.
Già, vera e propria luce che accende all’improvviso un universo di tenebre, squarciandolo, ed è proprio per questo che non posso fare a meno di chiedere a me stesso perché nonostante tanto aiuto e tante evidenze non riesco a essere saldo nel credere, lasciandomi irretire da demoni che ogni volta, poi, si dimostrano per quel che sono e cioè inconsistenti, nulli; certo i problemi ci sono, le difficoltà esistono e spesso ci si sente schiacciati, però è la parte reale di essi, quella vera, che va affrontata e non le costruzioni che drenano energie e portano a nulla.
Questo processo per riuscire a rimanere entro la “verità” delle cose non credo che sia automatico, almeno non lo è per me e forse nemmeno è possibile fino in fondo, nel senso che ci vuole un certo, grande, sforzo: occorre tenere cuore e mente saldi quando tutto attorno si muove, confonde; credo, però, che tutto questo obbedisca a una sorta di necessità, nel senso che è nella volontà di compiere quello sforzo che c’è verità; è nel volersi rialzare essendo riusciti ad acquisire un po’ di consapevolezza in più che ci sono le condizioni per compiere qualche altro passo in avanti.
E allora dico a me stesso, cercando di convincermi, che la luce può essere accesa e un aiuto può essere dato ma senza la volontà di vedere e senza la disponibilità a prendere una mano tesa troverò sempre difficile andare avanti; molto spesso le mie preghiere sono volte a chiedere di poter avere tale volontà e riuscire ad aprire il cuore alla disponibilità.
Giovanni