Per tanto tempo mi sono posto il problema di cosa è vero, di cosa c’è nella vita che resta, che vale la pena; credo anche di aver scritto qualcosa nelle mie riflessioni che condivido nel blog.
Gli eventi dei mesi passati hanno segnato la mia vita cambiandola per il tempo che mi rimane, pur essendo consapevole che si tratta di esperienze comuni a tutti gli uomini, mettendomi di fronte in modo crudo situazioni che potevano farmi andare in un verso, oppure in un altro.
Una madre che non è più in grado di riconoscere un figlio nonostante l’amore che c’è tra i due; oppure inattese e profondissime problematiche con una figlia, che impongono necessariamente riflessioni e dolore, possono spingere, anche per difendersi, a una sorta di cinismo, di rinuncia.
Qualcosa in me e l’aiuto di alcune persone, mi hanno spinto a capire che una delle due strade sarebbe stata fatale, portando alla negazione della vita; magari sarei stato più “difeso” ma il prezzo sarebbe stato la mia anima.
A un certo punto ho sentito inequivocabilmente l’amore dentro di me assolutamente intatto e, anzi, che doveva essere preservato; che ogni secondo, ogni minuto di tempo passato con la mia mamma e con mia figlia è presente e ci sarà sempre, avendo un’importanza assoluta e perenne; che è giusto anche soffrire, perché dal dolore può risorgere, come la fenicie, una vita più ricca, anche se non è facile.
Sono ancora in parte paralizzato dentro, con pochissima capacità di scrivere o di concentrarmi su qualcosa, anche la lettura è abbastanza latitante, però..però..sto andando avanti.
Giovanni