VITA E FEDE

020 COMP

Quello che mi sta succedendo da qualche mese, certamente non a caso, è che sento la fede come esigenza: ho necessità di credere, di pregare e sentire che c’è una risposta.

Risposta che percepisco.

Io non avrei mai sospettato, in tanto tempo che osservo queste cose, come si potesse avere un sentimento d’intima necessità nei confronti della fede, avendo sempre pensato a essa come a un’abitudine, a una prassi, non realmente innervata nella realtà della vita.

La vita interiore segue strade misteriose tutte sue; è come se una parte, forse la più importante, dell’essere fosse autonoma: nel corso di tanti anni spesso mi è capitato di percepire, capire, oppure non riconoscere più situazioni o stati d’animo; in altri termini mi sono trovato, anche recentemente, di fronte ad una parte di me stesso che io non conoscevo.

In realtà penso che questo sia abbastanza ovvio perché la vita, specialmente se è svolta con una certa intensità, porta quasi continuamente a fronteggiare situazioni nuove che naturalmente coinvolgono parti di sé diverse, e questo è un processo di mutamento che scorre come un fiume sotterraneo e che può generare reazioni insospettate apparentemente all’improvviso ma che in realtà hanno avuto un lungo periodo di gestazione.

Così immagino mi sia successo nel caso della fede.

Per cui io non saprei raccontare un percorso o una strada volutamente seguita, posso solo dire che negli anni ho avuto esempi forti e che sono stato messo di fronte a fatti che una parte di me ha, quasi a mia insaputa (anche se immagino di avere una certa ricettività), continuamente elaborato, scartato, ripreso e quant’altro fino alla conclusione di questi tempi; non si tratta di una conclusione razionale ma di un stato d’animo che è così.

E vorrei concludere con l’immagine di mia mamma, che fino all’ultimo si faceva mettere seduta sul letto per dire le sue preghiere serali e che mi diceva: “io ho fede”; così, semplicemente.

Giovanni

I commenti sono chiusi