Per essere perfetto, va’, vendi tutto quello che hai, e i soldi che ricavi dalli ai poveri. Allora avrai un tesoro in cielo. Poi, vieni e seguimi…”( Mt 19)
Il mio lavoro mi ha portato e continua a farlo in tanti paesi del mondo, ponendomi di fronte non solo, ovviamente, a consuetudini e abitudini diverse ma soprattutto a categorie mentali a volte opposte o nemmeno confrontabili con le nostre.
Questo è un dato di fatto.
Ultimamente sono stato a Seoul (Corea) e per qualche ragione, direi senza volerlo, mi è sorta una domanda: ma com’è possibile che esista un’unica verità? Detto in altri termini, com’è possibile che tanti esseri umani così intrinsecamente diversi da noi possano essere uniti a noi dalle stesse “parole”?
Con questo quesito in mente, mentre interagivo con varie persone per questioni di lavoro, cercavo di unire l’utile al dilettevole nel chiedere anche cose personali, o comunque riguardanti la vita quotidiana e, in effetti, ho capito diverse cose ma non cosa potesse esserci di universale che avesse la forza di accomunarci; anzi, più entravo nel dettaglio più mi convincevo dell’impossibilità di un’unica verità, perché il loro modo di ragionare molto spesso non porta alle nostre stesse conclusioni.
E potrei fare molti esempi.
Sull’aereo del ritorno, forse perché rintronato dalla stanchezza e quindi con la mia parte razionale che lavorava a rilento, mi è venuta in mente l’ultima parte dell’estratto di Matteo (Poi, vieni e seguimi) perché in questa esortazione c’è un atto interiore assolutamente universale e condivisibile da ogni uomo sulla terra, perché esso pone il difficilissimo e intrinseco conflitto della libertà di scelta, che trascende logiche diverse, o linguaggi sconosciuti: è proprio dell’Uomo, in quanto creatura di Dio.
Giovanni