Seconda: “Dar da bere agli assetati”

Ogni opera di misericordia da quando abbiamo incontrato Cristo è attuale, perché Cristo è colui che svela l’uomo all’uomo. Che significato può avere per noi questa opera? Si parla di siccità globale, ma da noi non si patisce vera sete, pertanto si tende a dare un valore simbolico a questa opera di misericordia che lo è se intesa bene. Sono molti quelli che soffrono la sete per problemi legati all’egoismo, all’ingiustizia, ai moralismi idrici. Un miliardo e 250 milioni di persone non dispongono di acqua potabile e spesso non ci rendiamo conto dello spreco a cui partecipiamo per distrazione. Ma non è questo il vero problema dato che il ciclo idrico naturale ci mostra come non siano le risorse a esaurirsi, grazie al rinnovo continuo e ininterrotto, ma l’uomo stesso a non impegnarsi abbastanza data la sua creatività. Concretamente per risolvere il problema della sete nel mondo e dare da bere agli assetati servono interventi “ad hoc”. Bisogna insegnare a costruire e gestire i pozzi e a fare ricerca su impianti di desalinizzazione a basso consumo energetico. Ma gli assetati non hanno una sete solo fisica, ma una sete che precede o che segue quella fisica che è esistenziale. “Dammi da bere…se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: Dammi da bere!, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva”. (Gv 4,7) .Gesù intraprende un dialogo al pozzo con una donna samaritana al termine del quale né la donna attingerà acqua, né lui berrà, mostrando che l’acqua che può saziare l’uomo è l’incontro, e la sete profonda è quella di relazione con l’unico che può estinguerla, Dio fatto uomo. La sete di Gesù espressa al suo vertice sulla croce, “Ho sete”, nasconde tutte le seti di ogni uomo e Gesù stesso è quell’acqua che disseta per sempre. Insomma siamo di fronte a grandi sfide, una che sembra fondarsi su noi, l’altra sicuramente sull’esperienza di incontro col Signore della vita. Solo se sono stato dissetato e ho questa acqua viva dentro di me, con la vita di Dio in me, posso dar da bere agli assetati. Chiediamo al Signore di conoscere il dono di Dio e di conoscere colui che ci chiede da bere.

PICCOLO ESAME DI COSCIENZA

– Faccio attenzione all’acqua che uso oppure mi capita di sprecarla?

– Provo a far memoria di tutti quegli incontri e quelle relazioni che in questi anni di vita mi hanno dissetato, per aver arricchito la mia vita, aiutandomi a camminare verso qualcosa di vero, pieno, bello.

PER APPROFONDIRE

– Visione del Film su Madre Teresa di Calcutta

– Ascolto con attenzione il canto “Gesù e la samaritana” (https://www.youtube.com/watch?v=CTGW6IN338U)

GESTO CONCRETO

– Mi impegno a prendere sul serio la questione dello spreco di acqua

– Provo a guardarmi dentro e andare oltre il timore di ciò che vedo in me e mi fa paura e tiro fuori tre cose che nella mia vita continuano a non dissetarmi e le consegno a una persona che mi vuole bene perché chieda per me o mi consigli, tre cose che mi disseteranno nella vita (nel dialogo spirituale, e/o nella confessione).

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