Sicuramente sono moltissime le situazioni in cui siamo
chiamati ad accogliere, anzi forse questa parola potrebbe
essere una buona sintesi del Vangelo.
In questi ultimi mesi la nostra diocesi vive varie esperienze
che portano questo nome “accogliere i migranti”, persone in
fuga, persone che stanno intrecciando la loro storia con la
nostra e che, anche se noi difficilmente riusciamo ad
accorgercene o cerchiamo di non vederlo, ci stanno dando la
possibilità di vivere il vangelo, un vangelo che cosi spesso
risuona nelle nostre chiese e sulle nostre bocche, un vangelo
che tanto spesso graffia il nostro cuore, che dice di accogliere
ma di non aspettarsi ringraziamenti, che dice imparate da me,
siate misericordiosi, che ci sussurra «Ecco, sto alla porta e
busso» (Ap 3,20).
Che non siano oggi questi ragazzi a bussare alla porta del
nostro cuore per risvegliare le nostre coscienze, per farci
finalmente perdere l’equilibrio, per far saltare per aria tutti i
nostri schemi, per provare almeno un pochino, poco poco,
con umiltà a vivere qualcosa della vita di Gesù?
I migranti sono nostri fratelli e sorelle che cercano una vita
migliore lontano dalla povertà, dalla fame, dallo sfruttamento
e dall’ingiusta distribuzione delle risorse del pianeta, che
equamente dovrebbero essere divise tra tutti. Non è forse
desiderio di ciascuno quello di migliorare le proprie condizioni
di vita e ottenere un onesto e legittimo benessere da
condividere con i propri cari?
Di fronte a tali questioni, come può agire la Chiesa se non
ispirandosi all’esempio e alle parole di Gesù Cristo?
La risposta del Vangelo è la misericordia. In questa
prospettiva, è importante guardare ai migranti non soltanto in
base alla loro condizione di regolarità o di irregolarità, ma
soprattutto come persone che, tutelate nella loro dignità,
possono contribuire al benessere e al progresso di tutti, in
particolar modo quando assumono responsabilmente dei
doveri nei confronti di chi li accoglie, rispettando con
riconoscenza il patrimonio materiale e spirituale del Paese
che li ospita, obbedendo alle sue leggi e contribuendo ai suoi
oneri.
Cari fratelli e sorelle migranti e rifugiati!
Alla radice del Vangelo della misericordia l’incontro e
l’accoglienza dell’altro si intrecciano con l’incontro e
l’accoglienza di Dio: accogliere l’altro è accogliere Dio in
persona!
(Dal messaggio del Papa per la giornata del migrante 2016)
PICCOLO ESAME DI COSCIENZA
– Considero i migranti come fratelli o certe volte faccio pensieri e discorsi razzisti?
PER APPROFONDIRE
– Ascolto la canzone “Amara terra mia” di Domenico Modugno (https://www.youtube.com/watchv=OHDMauIARhY)
– Leggo il libro “Sparategli!. Nuovi schiavi d’Italia” di Jacopo Storni
GESTO CONCRETO
– Mi informo su dove sono alloggiati i migranti accolti nella nostra diocesi e organizzo un incontro per ascoltare le loro storie e condividere un momento insieme.