Pieve S.Giovanni Battista

IMG_7095Pieve San Giovanni Battista

Fondata su un insediamento romano,è ricordata dall’XI sec. Le  trasformazioni subite soprattutto nel XVIII sec. Ne hanno modificato notevolmente l’aspetto originario. Tracce del primitivo edificio romanico restano solo nell’abside e nelle strutture perimetrali. Recentemente ripristinata, presenta un moderno prospetto a doppio spiovente con portale coronato da una lunetta in terracotta policroma, riferita a Benedetto Buglioni e raffigurante San Giovannino nel deserto (1500 ca.). L’interno, che si articola in tre navate concluse da abside centrale e coperte da volte a crociera, è caratterizzato da un diffuso decorativismo di gusto tardo barocco con stucchi e finti marmi. Nell’oratorio settecentesco adiacente è stato allestito un piccolo museo.

 

Founded on a Roman settlement, it is remembered since the XI century. The restorations undergone in the XVIII century have deeply changed the original look. Traces of the original Romanesque building remain only in the apse and in the perimetal structures. Recently revived, it has a modern façade with saddle roof and a portal surmounted by a polychrome terracotta lunette, attributed to Benedetto Buglioni and representing “Saint Giovannino in the Desert” (1500). The interior, which develops in one nave and two aisles ended by a central apse and covered by a cross vault, is characterized by a widespread predominance of decoration in the Baroque style with stuccoes and pseudo marbles. In the adjoining XVIII century oratory a little museum has been arranged.

È naturale che Cavriglia fosse abitata fin dall’antichità, trovandosi essa su quell’arteria che il console romano Cassio fece selciare e alla quale diede il proprio nome. La pieve sorse lungo la via Cassia (che da Arezzo per Bucine, Mercatale, Fontebussi, giungeva a Cavriglia, proseguendo poi fino a Firenze), nel luogo stesso ove, con ogni probabilità, esisteva un villaggio romano.

La data di costruzione della Pieve di S.Giovanni a Cavriglia è incerta. Si parla della pieve in un diploma che si trova nell’ Abbazia di Nonantola e che recenti studi attribuiscono a Carlo Magno. Ma a provare l’antichità della chiesa basta il fatto che la Pieve di Cavriglia è nominata nella bolla inviata al vescovo di Fiesole dal papa Pasquale II nel 1103. Esiste però un documento ancor più antico, nelle carte della Badia di Passignano, il quale attesta come nel 1043 un tal Zanobi figlio di Ridolfo (un Firidolfi) assegnò alla Badia di Passignano il suo podere e la corte (corte=territorio) di Riofino posti in Monte Roseto, nel Piviere di S.Giovanni a Cavriglia (nel registro delle chiese e dei pivieri della diocesi fiesolana, redatto nel 1299, risultano dipendere dalla pieve di Cavriglia le chiese di S. Marco a Moncioni, S. Tommaso della curia di Montevarchi, canonica di S. Angelo a Sereto e chiesa di S. Giorgio a Villole, S. Lorenzo a M. Varchi, S. Lorenzo di Pian-Alberti, S. Clemente di Pian-Alberti, S. Maria a Ricasoli, S. Silvestro a Montaio, S. Maria al monastero di Capriglia, S. Bartolomeo di Guadalupa, S. Jacopo a Castiglioni e S. Pietro de Formica). Con un foglio del 30 gennaio 1055, un altro figlio di Ridolfo, Alberto, donò alla Badia di Coltibuono tutte le sue case, corti e terreni posti nei pivieri si S. Giovanni Battista a Cavriglia e di S. Pancrazio e situati nelle località di Soviceto, Monte Tondello, alle Terrine e nel monte a Tavernole (le donazioni testimoniano dell’antichità della Pieve e ci dicono come, sin da quell’epoca la famiglia Ricasoli avesse molti domini in quelle località. Ne aveva anche molti nel Chianti e nel Valdarno superiore. I Firidolfi erano così chiamati perché figli di Ridolfo, il quale era un discendente di quel Geremia da Montegrossoli che già nell’800 possedeva terre e castelli nel Chianti e nel Valdarno superiore. In un secondo tempo i Firidolfi si divisero in Firidolfi da Panzano e Firidolfi da Ricasoli. I primi dotarono di molti beni anche la Pieve di Cavriglia e ne divennero Patroni. Questo accade certamente nel 1437, quando le proprietà della soppressa parrocchia di S. Jacopo a Castiglioni, proprietà donate dai Firidolfi padroni della villa di Castiglioni, passarono alla Pieve.).

La pieve assunse, ben presto grande importanza essendo matrice di molte altre chiese valdarnesi. Poiché in antico solo le Pievi avevano il fonte battesimale, avvenne che, con lo svilupparsi del nuovo borgo di Montevarchi nel mercatale del più antico castello omonimo, si sentì la necessità di avere anche in quel luogo un fonte battesimale. Dietro richiesta del Priore Farinata della Canonica di S. Lorenzo al mercatale di Montevarchi, il vescovo di Fiesole, Mainetto, con un decreto del 22 febbraio 1270, concesse a quella Canonica il fonte battesimale e il titolo di Pieve con le succursale di S. Giorgio a Villole e S. Marco a Moncioni. Questa concessione fu fatta certamente anche in considerazione dello stato miserando in cui era ridotta la Pieve di Cavriglia a causa delle guerre tra Siena e Firenze e della presa di Montaio avvenuta nell’anno 1251.

La chiesa di S. Lorenzo ebbe il fonte battesimale, ma non il titolo di Pieve, dato che nel 1299 la ritroviamo sempre dipendente dalla Pieve di Cavriglia. E in tale stato di sudditanza rimase fino al 1561, quando Papa Pio IV le diede il titolo di Propositura. Nel 1672 l’allora vescovo di Fiesole, ratificava un accordo tra il pievano di Cavriglia, Paolo Ridolfi, e quello di S. Giovanni Valdarno. Con questo accordo la Pieve del castello valdarnese veniva staccata da quella di Cavriglia. Nel 1639 la parrocchia di S. Maria a Moncioni era passata alla diocesi di Arezzo.

Dell’antica costruzione romanica nulla rimane oggi nella Pieve di Cavriglia, per due rifacimenti: uno del Pievano Francesco Burzagli da Moncioni del 1778, l’altro avvenuto intorno al 1900. Forse con un’adeguata opera di ricerca e di ricostruzione, togliendo gli intonaci e le sovrastrutture barocche, potrebbe riapparire l’antica pietra, come è già accaduto e sta accadendo nella pieve di S. Pancrazio.

Nel giornale “La Nazione” di Firenze del 21 ottobre 1911, apparve un articolo firmato da Stefano Gasparini, che suona condanna ai due rifacitori per lo strazio cui sottoposero la semplice eleganza dell’antica linea romanica. Pure il barocco della Pieve è di ottima fattura, per cui sarebbe sconsigliabile un eventuale tentativo di restauro. Da notare la maiolica robbiana che trovasi sopra il portone d’accesso della Chiesa.

 

Pieve San Giovanni Battista Cavriglia

Pieve San Giovanni Battista

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